martedì 29 gennaio 2013

Round-up di premi

Questo post sarà faticosissimo da leggere, ma è tutta colpa mia. Della mia solita pigrizia e del fatto che non ho ringraziato per tempo coloro che mi hanno dedicato un premio. E che quindi, in maniera adorabile, hanno avuto un pensiero per me. Riconoscenza e commozione.
D'altro canto, ci ho messo un po' perché i premi li prendo molto seriamente: se un pensiero è stato espresso per me, io voglio altrettanto essere all'altezza rigirando i premi in maniera ponderata. 

E annamo. (così, per sdrammatizzare) 

- Ringrazio Lucycreativa per il premio Leibster Award che ho ricevuto già in passato, ma non per questo apprezzo meno il suo pensiero per me. 

- Grazie a Nonna Peppa Carbone per il premio "I love my followers" creato da Una fetta di Paradiso e che dedico a tutti i miei followers. Perciò, se gradite, consideratelo vostro. Colgo l'occasione per ringraziarvi tutti per i vostri costanti feedback: fate la differenza, credetemi. Da quando sono entrata nel 21esimo secolo grazie ad uno smartphone, sono felicissima di leggere immediatamente i vostri commenti e rispondervi. 





- Ringrazio Silvia per il premio Cutie Pie e sono davvero contenta che la mia grafica sia apprezzata: mi diletto ogni tanto con Photoshop e sono contenta che il mio blog risulti chiaro e di facile lettura. Con piacere, infatti, ho appreso che questo premio, creato da Anna de La creatività di Anna  si assegna a 10 blog che riteniamo carini e con dei contenuti altrettanto adorabili. 



Masdames et Messieurs, voilà les blogs choisis:

- Mammatua
- La civetta chiacchierina
- Il solletico nel cuore
- La tata delle torte
- Fairy Creativa
- Acquarelli di Parole
- So cute things
- Handmade by Giò
- Oggi mi sento creativa
- Piccola Bottega di Grazyna e Alessio


- Ancora grazie alla Tata delle torte, alias Daniela, che mi ha donato il premio "I love your blog" che include anche una serie di domande a cui rispondere e di rigirarlo a dei blog con meno di 200 followers. Io ne ho scelti 3 dato che non ho trovato indicazione sul numero.




Premetto che sono in difficoltà su una metà delle domande, nel senso proprio di disagio perché non so che rispondere. Sempre in difficoltà: anche nei test e nelle vecchie catene nei diari alle medie.


1. Qual è la tua rivista preferita?
Non seguo riviste cartacee perché la mia informazione passa in gran parte per il web. L'unica rivista vera e propria che seguo online è Foreign Policy, ma per interessi "para-professionali". Anche perché, dati i recenti trascorsi per la tesi, la parola rivista mi fa venire l'orticaria...
2. Qual è il tuo cantante preferito?
Franco Battiato. Adesso è il suo momento poi vedremo quale fase musicale attraverserò. Rimane sempre un debole per la nota malinconica di Billie Holiday e per il mood di Ella Fitzgerald. Oltretutto, ho dei passati metallari e rock: sapevatelo.
3. Qual è il tuo prodotto di make up preferito?
Ecco, l'aiuto del pubblico dov'è???? 
4. Qual è il tuo film preferito?
"L'appartamento" di Billy Wilder. Sotto le coperte, anche 20 volte all'anno (oh, è tanto per un film), con un sorriso di tenerezza stampato sulla faccia. Se potete e non l'avete ancora fatto, vedetelo in lingua originale. 
5. Qual è la tua youtube guru preferita?
Aiuto: missing.
6. Dove ti piace vivere?
Be' io ci metterei un condizionale. Penso in una città stimolante che cambia da quartiere a quartiere, non con una sola personalità ma tante. Con un po' di storia, tanta arte e intrattenimento, di quello buono. Ci deve essere: un vecchio cinema che fa film in bianco&nero e popcorn al burro, un parco con alberi centenari sotto cui leggere un libro, un fiume (ed un lungofiume), un museo di fotografia. 
7. Quante scarpe possiedi?
Diciamo che sono più varie di quelle di Puffetta che si accontenta di un decolleté giallo per tutto l'anno, ma non scendo in eccessi. 
8. Qual è il tuo colore preferito?
Il rosso.
9. Indica i tuoi tre cibi preferiti: morirei (letteralmente) per una buona parmigiana, un raviolo fatto in casa burro e salvia, un' assiette di formaggi francesi con un bicchiere di vino bianco. 


I blog "eletti" e che di conseguenza lovvo (passatemi il termine adolescenziale che il test mi ha indotto) sono: 

- Mammabook , un blog che leggo sempre con tanto piacere per la creatività, le idee e lo spirito di Silvia;
- Riciclattoli (e dintorni), mai titolo di un blog fu più azzeccato e posso perdermi tra le creazioni coloratissime e riciclose;
- Fiori in testa, le illustrazioni di Francesca sono semplicemente adorabili e le sue idee...non sono assolutamente da meno.

Ancora grazie e...mi rimane da trovare un posto ai premi nel blog che possa valorizzarli.

Eleonora

venerdì 25 gennaio 2013

Maschera di Carnevale last-minute

Carnevale è nell'aria. Non mi riferisco ad un'immagine poetica o alla vicinanza temporale del Martedì Grasso, quanto piuttosto all'odore di dolci fritti in casa. Da qui al 12 febbraio, mia madre si scatena e io ne pago le conseguenze. Ma d'altronde mi metterò anche io presto ad impastare qualcosa in vista di Carnevale.
Nel frattempo ho ritrovato dimenticata in un cassetto una semplice maschera nera, quelle di cartoncino che coprono solo la parte superiore del visto. Così può essere usata per travestirsi:

1) Diabolik
2) Robin 
3) Cat Woman (con un paio di orecchie allegate)
4) Zorro
Insomma, non c'è male. Ma io non metterò nessuna tutina aderente o varie calzamaglie per poterla valorizzare. Perciò ho pensato di decorarla con un po' di materiale che avevo in casa ottenendo, con poco più di qualche euro e una mezz'ora di lavoro, una maschera un po' chic da sfruttare per una festa all'ultimo minuto. Certo, un bell'abbigliamento creativo o una maschera originale sono sempre apprezzati, come quelle confezionate da mia madre. Le sue erano sempre unisex: le portava mio fratello e poi le passava a me. Non che la cosa mi dispiacesse, anzi. Diciamo che il travestimento da principessa è durato circa un paio d'anni all'asilo: non era molto nelle mie corde e il vestito da lupo (quello di Cappuccetto Rosso) cucito per mio fratello era davvero uno spettacolo. E poi, quale bambino aveva un vestito da lupo???

Oltre alla mascherina di base, ho usato: sticker creativi color oro e bianco (si trovano in bustine di diverso colore, spero siano visibili dalla foto), perle bianche, filo argentato (cioè lo era, poi si è ossidato - argh-), nastro dorato (riciclato), un fermacampione, filo di cotone color oro. Spesa totale stimata 4/5 euro. 


Il risultato è il seguente. Ho semplicemente applicato gli sticker come più mi piaceva e aggiunto una decorazione fatta con le perle.


Per fare la decorazione, ho infilato le perle sul filo argentato e dato la forma che preferivo prima di attorcigliare le estremità libere per fissare. Poi, ho attorcigliato (perla - perla) il filo dorato. Infine, ho fissato il tutto con il fermacampione e aggiungendo un nastro dorato, dopo aver praticato un piccolo foro sulla maschera con un punteruolo. 


Un'idea last-minute...altrimenti, travestitevi da lupo! :)

Eleonora

P.S: Partecipo allo "share your link" di Laura proprio qui!



mercoledì 23 gennaio 2013

Portachiavi in feltro con gli animali del bosco (o quasi)

Il mio modo di disegnare è sempre rimasto a quello di una bambina di quinta elementare. Alle medie, la maestra, mi diceva: "Eleonora, fai un quadro di pointillisme". Ovviamente, in me non vedeva la nuova George Seurat del 21esimo secolo, ma cercava un modo per non farmi disegnare a mano libera: per lei, dovevo solo riempire degli spazi con i puntini. Alquanto mortificante, direi. Con l'impressionismo eravamo sullo stesso piano: qualche tratto di pennello sconnesso. Al momento di studiare il periodo medievale e rinascimentale - piuttosto che farmi tratteggiare delle figure con connotati umani - mi aveva messo a progettare delle vetrate. 
Voi direte: "meglio che lavare i pennelli". Quello, dopo.

Ho ripreso un blocknotes e ho iniziato a fare degli schizzi di animali, come li facevo quando ero piccola. Da quelle sagome molto semplici, ho ricavato dei modelli per dei portachiavi in feltro. Qualche punto di cucitura a mano per aggiungere dei particolari e....il risultato sono dei semplicissimi animali che stanno nel palmo di una mano. 









Spero sia un'ispirazione per un mini-pensiero o un chiudipacco alternativo....e per chi, come me, non ha nessun talento nel disegno. 

Eleonora

giovedì 17 gennaio 2013

Una pecorella da un calzino

Il cambio di stagione, quest'anno, l'ho fatto a dicembre. 
Sotto tesi mi vestivo a cipolla, con strati di T-shirts di cotone, perché non ho avuto tempo neanche di svuotare i cassetti dell'estivo. E mentre la lana timidamente appariva tra i comuni mortali, io ancora, sfoggiavo colori autunnali e pesantezze vicine al ridicolo.
 In ogni caso, è stato molto fruttuoso. Io, sono una di quelle che non riesce a buttare via niente. Un pantalone di una taglia in meno non si getta perché è meglio di un buon proposito: è una speranza. Le magliette che arrivano alle ginocchia vinte alla pesca di beneficenza con delle stampe ferme al 1983, non si sa mai, potrebbero essere utili come abbigliamento da battaglia in occasioni che ci si sporca particolarmente. Detto da una che passa il 90% del giorno davanti ad una scrivania sa di eventualità molto molto residuale. In ogni caso, quest'anno ho recuperato qualcosa. Attenzione, recuperato non buttato. 
Avete presente quei calzini di spugna comprati a 2 euro in pacchi di colori inenarrabili da portare in casa? Be' ne ho trovati una quantità notevole in fondo ai cassetti e mi è venuto in mente di farci delle pecorelle. Già, pecorelle farcite di riso da usare come anti-stress, giocattolino oppure, se messe in forno a microonde per qualche minuto, diventano degli scaldamani molto teneri. Ovviamente l'estetica, diciamo, non è canonica: è una massa morbidissima che sta in una mano e da strapazzare davanti al caminetto in una sera invernale. 
Diciamo che punto più sulla simpatia che sulla bellezza...

L'idea mi è venuta rivoltando i calzini: all'interno hanno una specie di lanetta non rasata che mi hanno fatto pensare a delle soffici pecorelle. In più ringrazio Clara de "Diario di una Creamamma" per l'ispirazione con i suoi deliziosi "Pupazzi di neve con i calzini".


Se volete cimentarvi, il procedimento è molto semplice. Procuratevi un vecchio calzino, qualche ritaglio di feltro rosa e di un altro colore a piacere, un campanellino, ago e filo (io ho usato quello da uncinetto) e un pacco di riso di bassa qualità. 

1. Tagliate la parte del calzino con la punta all'altezza del tallone con
un taglio un po' obliquo. Praticate un altro taglio su un lato, come
indicato nella foto, cioè arrivando a poco più della metà.
(Ma quanto è brutto 'sto calzino?!?!?)
2. Ritagliate 4 rettangoli di feltro rosa della dimensione. Piegateli a metà e cucite
il lato lungo e uno dei due corti (io, con il punto a catenella. Fissate bene e
rivoltateli per ottenere le zampe.
3. Riempite le zampe con il riso aiutandovi con un piccolo imbuto e mettendo un
foglio di giornale sotto per recuperare "le perdite". Abbiate cura di non riempire
completamente le zampe lasciano uno spazio di 2 cm circa.
4. Iniziate a cucire dal lato della "pancia" e cucite le zampe a due a due,
posizionandole a poca distanza l'une dalle altre. Proseguite a cucire
l'altro lato aperto, ma prima di terminare, riempite la pecorella con il riso.
La quantità di riso deve essere pari a 3/4 del volume della pecorella. Insomma,
non riempitela troppo.
5. Ora, dovrebbe apparire più o meno così. Procediamo a darle una forma
più somigliante facendo dei nodi con il filo.
6. La prima legatura è per la coda, poi è il momento della testa. Per la testa, cercate
di lasciare una certa di quantità di stoffa "libera" senza riso. In caso contrario, se fosse
troppo piena, non riuscireste a fare le orecchie.
7.  Delle piccole legature con il filo per fare le orecchie e un po' di filo
nero per fare gli occhi e la bocca della pecorella.
8. Ultimo dettaglio, un piccolo sonaglio infilato in una striscia di feltro.
Ovviamente se volete farne uno scaldamani da mettere nel forno, per ovvie
ragioni: NON METTETE IL SONAGLIO METALLICO!!!
Lella la Pecorella e Giorgione il Montone vi salutano!


e, naturalmente, anche la sottoscritta!

Eleonora

martedì 8 gennaio 2013

Bigné alla crema di ricotta e nocciole

Già dal titolo, lo sento, avete le vene dei polsi che tremano. 
"Ma questa fa i bigné che ancora c'è il fantasma del panettone in giro per casa, le briciole del pandoro sotto il divano e frammenti di torrone attaccati sui vassoi (sì, li odiate anche voi quando si attaccano!) ???"
Ebbene, non voletemene. Guardiamo avanti e non alle nostre natiche inquartate (cioè nostre, le mie). Al futuro prossimo del Carnevale ed i suoi frittini spiritosi (ed inquietanti) e concediamoci una via di mezzo. 
Piccoli mignon suadenti con una crema alla ricotta e panna ed un po' di croccantezza delle nocciole. C'est si bon!



Per fare i bigné mi sono affidata a Montersino (inchino di riverenza) e la ricetta la trovate, come la spiegazione del procedimento in questo video su youtube. La riporto in maniera abbreviata e con delle dosi ridotte: sono partita dalle uova pensandone 2 e rifacendo tutte le proporzioni della ricetta. Perciò se 1080 gr (ric. orig. uova) : 120 gr (mie uova) = 735 gr (ric. orig acqua) : X (peso dell'acqua necessario). Quindi, (120x735)/1080= 81.7 gr. e così via sostituendo nei calcoli i valori originali degli ingredienti.

Per 50-60 bigné piccoli:

  • 120 gr di uova (circa 2)
  • 80 gr di acqua
  • 75 gr di burro
  • 12 gr di latte ( 3 cucchiaini scarsi)
  • 80 gr di farina
  • pizzico di sale

Per la farcitura:

  • 125 gr di ricotta di mucca
  • 175 ml di panna da montare
  • 40 gr di granella di nocciole
Per la decorazione
  • granella di nocciole
  • 100 gr cioccolato fondente (70%)
Accendete il forno a 200°.
Mettete in un pentolino l'acqua, il burro a tocchetti (importante)e il sale e mettete il tutto sul fuoco. Quando bollirà bene e il burro sarà ben sciolto, versate tutto d'un colpo la farina e girate il composto brevemente. Quando si sarà formata una palla senza grumi, spegnete il fornello e continuate a girare il composto finché non si sarà intiepidito. A questo punto, aggiungete il late e mescolate finché non sarà stato incorporato. Ora le uova: una per volta. Non procedete ad aggiungere altre uova finché non si sarà perfettamente incorporata la precedente. 
Foderate una teglia con la carta da forno (lo chef dice di imburrare ma io ho avuto un po' di difficoltà per staccarli), prendete il sac-à-poche e fate delle piccole palline tenendo il beccuccio appoggiato sulla teglia con un angolo di 45°. Nel video, il gesto da eseguire è spiegato molto bene e vi permette facilmente di fare dei bigné omogenei. Infornate i bigné per 10-15 minuti finché non saranno dorati e all'esterno risulteranno duri. Una volta tolti dal forno, aspettate che si siano raffreddati prima di staccarli e maneggiarli. 

Per la farcitura, alla ricotta di mucca aggiungete la panna già montata con un po' di zucchero (se non è già zuccherata) e la granella di nocciole. Col sac-à-poche praticate un foro dall'alto per farcire i bigné usando un beccuccio "frastagliato" e piuttosto largo per evitare che la granella lo ostruisca. Infine, sciogliete a bagnomaria il cioccolato e intingete la parte superiore dei bigné al suo interno, uno per uno con le mani. Spolverizzate con la granella di nocciole per decorare. Una volta asciutti, trasferiteli nei pirottini. 


Lo so, state pensando: "In fondo il panettone che ho mangiato era senza canditi ed una fettina piccola, piccola!". Se fossi in voi, mi concederei questo mini-sfizio.

Eleonora

venerdì 4 gennaio 2013

Set da colazione

Che sia un buon 2013, per tutti. Avete fatto le liste dei buoni propositi? E tra questi c'è il punto che concerne la dieta? Quello sull'andare in palestra? Se sì, in bocca al lupo per le ardue scelte: ammiro il vostro coraggio. 
Piuttosto, da buona pigrona, ho ripiegato su alcune scadenze a breve termine. Del genere: finire di leggere il romanzo sul mio comodino, sistemare le mensole della camera (e vari ed eventuali elementi decorativi), programmare un viaggio...
I macro problemi li affronterò con una sana dose di fortuna man mano, adottando una sorta di filosofia zen che inevitabilmente avrà delle fragorose cadute di ansia. Chi si conosce, si evita. In ogni caso, spero sarete molto più fantasiosi ed ottimisti della sottoscritta, china sul pc a fare domande di lavoro ed application varie. Meno male che non ho voluto fare un blog di pensieri in libertà: avreste rischiato grosso. 

Con questo mood - che stona come un vestito fucsia fluorescente ad una serata di gala o come un broccolo su un muffin al cioccolato - inizio il nuovo anno. Ma sì, in fondo spero che mi vada tutto bene e che le sorprese a me riservate siano curiose e divertenti quanto basta. Che se si deve ballare, almeno si balli con un certo ritmo.

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Cose serie, o meglio redemus ad nostra (il latino fa sempre figo) : idea regalo per un'amica. Perché non un set da colazione per due? In parte acquistato ed in parte creato da me. Con un tema di fondo: il cantautorale. Mi spiego meglio, ad un'appassionata di musica e cantautori italiani, mi piaceva fare un pensiero che ogni mattina gli ricordasse alcune delle sue canzoni preferite. In questo set da colazione c'è De Gregori, Battiato e Paolo Conte. Ora vi dico come...

Tovagliette americane e tovagli con tessuto IKEA - Vassoio e ciotoline CASA - Tazze IKEA -
Piattini MAISONS DU MONDE


Le tazze le ho decorate con un pennarello indelebile e messe al forno per 30-40 minuti a 180° per fissare in modo permanente il testo di due canzoni: "La donna cannone" di De Gregori e "La cura" di Battiato. Non ho seguito una particolare tecnica per scrivere: semplicemente la mia scrittura e ho cercato di andare più dritta possibile! Stesso sistema anche per le ciotoline (che ho pensato adatte per mettere della marmellata) con "Via con me" di Conte. 


L'amore per questo tessuto Ikea - molto facile da lavorare - mi ha portato a confezionare due tovagliette americane 45x35 e due tovaglini 20x20. Per le prime occorre il tessuto doppio, per i secondi no. Infatti per ognuna ho ricavato 2 rettangoli di stoffa di uguale dimensione e imbastito i tessuti perfettamente sovrapposti e con "il dritto" a contatto con il punto filza. Non ho imbastito tutti i lati, lasciando una fessura su un lato. Fatta la cucitura a macchina seguendo l'imbastitura, ho rivoltato i tessuti ed eseguito una nuova cucitura per tutto il perimetro dal lato del dritto.


Per i tovaglioli, dopo aver ritagliato la stoffa, mi sono armata di ferro da stiro, ago e filo, e...mi sono affidata a questo tutorial molto ben fatto per fare gli orli. 



Un bel fiocco sul vassoio ed il regalo era pronto. Penso possa essere un regalo che non passa mai di moda, con un suo tocco di originalità. Basta scegliere un tema e sbizzarrirsi con i colori e gli accessori da mettere nel vassoio: delle posate colorate, un portaburro, dei bicchieri in vetro colorato, dei porta tovaglioli fatti a mano...e tutto ciò che può essere un oggettino sfizioso da colazione. 


Non sarà come prendere un caffè con il Maestro, ma almeno rimarrà in mente una sua canzone per tutto il giorno. Ma poi, Franco Battiato, prende il caffè? 


Psssss...visto che è il primo post dell'anno, con molto piacere partecipo all'iniziativa di Alex del blog "C'è crisi, C'è crisi" a cui ha dato un nome mai più azzeccato. Che sia di buon auspicio!

Anno Nuovo Vita Nuova Linky Party

Eleonora